Con 45 voti contrari e 31 favorevoli, è stata bocciata la mozione di sfiducia nei confronti del presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, avanzata dai gruppi d’opposizione.
Notevoli le proteste da parte dei consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle, che hanno persino mimato il gesto delle manette venendo espulsi dall’aula. Il governatore commenta così sui social network: “La mia maggioranza compatta ha respinto la strampalata mozione di sfiducia presentata contro di me dalle opposizioni in Consiglio regionale. Ringrazio tutti i miei consiglieri e i miei assessori per la fiducia che mi hanno riconfermato. Anzi, prendo il voto di oggi come uno stimolo: non solo non mi dimetto, MA HO DECISO DI RICANDIDARMI alle prossime elezioni regionali nel 2018, per far rivincere il centrodestra”.
Di diverso avviso le reazioni degli altri partiti.
“Nel 2012 davanti alle inchieste Maroni staccò la spina a Formigoni mandando la Lombardia al voto. Oggi, alla sesta inchiesta che coinvolge il sistema regionale, la terza che riguarda la sanità, Maroni si ostina ad andare avanti, condannando la Regione ad una lenta agonia. Rizzi e i suoi avevano la piena fiducia di Maroni e Salvini. Oggi è chiaro che la Lega non è stata in grado di recidere il rapporto tra una parte malata della politica e la sanità lombarda, e che non ha nemmeno ascoltato le indicazioni di chi aveva messo a controllare. Anziché pensare a ricandidarsi prenda atto del suo fallimento.”
Lo dichiara il segretario regionale del Pd in Regione Alessandro Alfieri dopo la bocciatura, oggi in Consiglio regionale della Lombardia, della mozione di sfiducia a Maroni depositata dalle opposizioni.
“Il presidente ha il dovere di far rispettare le regole e consentire lo svolgimento del dibattito democratico. Così è avvenuto anche oggi” è invece il commento del presidente del Consiglio regionale della Lombardia, Raffaele Cattaneo, sulle proteste nell’Aula del Pirellone, dopo che il Consiglio aveva bocciato la mozione di sfiducia indirizzata al Presidente della Giunta, Roberto Maroni. “In democrazia il dissenso è consentito, ma è ancor più necessario il rispetto di regole condivise – aggiunge Cattaneo in una nota –. Chi ritiene, dopo aver incassato una sonora sconfitta politica, di dover inscenare un triste teatrino, scambiando l’Aula per il palcoscenico delle proprie gazzarre, interrompendo i lavori dell’aula parlamentare, impedendo la parola e calpestando ogni regola, rimanda alla memoria dei peggiori comportamenti squadristi e se ne deve assumere la responsabilità politica. Un atteggiamento inquietante e pericoloso che deve far riflettere perché qualcosa di simile lo abbiamo già visto nel passato: si comincia con il contestare le ‘aule sorde e grigie’ per terminare nel peggiore dei modi” ha concluso il Presidente che alla ripresa dei lavori ha annunciato di aver convocato al termine dei lavori, una riunione dell’Ufficio di Presidenza, aperta anche ai gruppi consiliari che non hanno rappresentanti in Udp, per condividere i provvedimenti da assumere a seguito di quanto avvenuto in Aula. La riunione in oggetto ha avuto come esito una giornata di esclusione dalle sedute di Consiglio regionale che si aggiunge a quella già comminata per la seduta di oggi: i consiglieri del M5Stelle in Aula si sono resi protagonisti di un “comportamento non conforme al regolamento e che ha recato turbativa al regolare svolgimento dei lavori”.
La riunione dell’Ufficio di Presidenza è stata nell’occasione aperta anche ai presidenti dei gruppi consiliari non rappresentati in UdP: la decisione
è stata assunta sulla base dell’art.64 del regolamento generale del Consiglio. Il provvedimento riguarda i Consiglieri Silvana Carcano,
Eugenio Casalino, Gianmarco Corbetta, Andrea Fiasconaro, Giampietro Maccabiani, Paola Macchi, Iolanda Nanni e Dario Violi, che non potranno
prendere parte alla seduta di martedì 8 marzo.
“La protesta in aula del M5S Lombardia è stata legittima e doverosa: abbiamo portato in Aula la voce dei cittadini che da troppi anni è inascoltata per colpa di quattro partiti che decidono tutto a tavolino e nel proprio interesse. E’ imbarazzante sentirsi la predica da chi calpesta i valori dell’aula consiliare. Rispediamo le
accuse al mittente: squadrista è il comportamento della maggioranza in Aula che avalla supinamente le direttive impartite da un Presidente del Consiglio che oggi ha dato ennesima dimostrazione di non essere in grado di svolgere il suo ruolo di
garanzia, interpretando discrezionalmente e a convenienza di parte il regolamento che stabilisce le regole democratiche dell’Aula. La nostra protesta nasce proprio dalla violazione continua delle regole basilari della democrazia.
Cattaneo ed il suo partito hanno più eletti che elettori, sono il salvagente di Maroni ed evidentemente l’ipotesti di mollare la poltrona e rispettare il valore
della democrazia li terrorizza. Ribadiamo il pieno rispetto per l’istituzione del Movimento 5 Stelle Lombardia e l’indisponibilità a farci calpestare dal Don Rodrigo
della situazione che si serve dei consiglieri di maggioranza come fossero i suoi bravi”, così Stefano Buffagni, capogruppo del M5S Lombardia, ha replicato al
presidente del Consiglio regionale lombardo Raffaele Cattaneo che ha paragonato le protesta del Movimento 5 Stelle Lombardia a “comportamenti squadristi”.